Mostra Fotografica "Alchimia di luce e di materia - Luciano Dolcini fotografa Gentiletti"

Luogo Pesaro - Galleria Comunale S. Domenico - Via Branca, 5 Pesaro
Periodo 1 - 15 giugno 2003
Patrocinio Comune di Pesaro - Amministrazione Provinciale di Pesaro e Urbino
Con la partecipazione di Gianni Gentiletti e Franco Ampollini
Collaborazione Maticad Consulting

"Portiamola sulla spiaggia, fotografiamola la'" si sono detti Gianni e Luciano. E proprio li', sulla battigia di Baia Flaminia, sotto un cielo rilucente e inquieto, dove l'acqua del mare arriva ritmata dal suo stesso umore, i due amici posano la grande ruota di rame.. Nel gran silenzio la luce spartisce i segni, interfoglia spessori, sfalda le forme, le aureola di un pulviscolo ceruleo, fa calare ombre leggere e seriche come veli.
Ecco materializzarsi cosi' l'alchimia fra luce e materia, che i clic scattati con emozione e stupore fisseranno per sempre.
Non si sa se la grande ruota sia un fossile naufragato dal passato, o un ordigno supertecnologico approdato dal futuro: Gianni Gentiletti ha da sempre uno strano e duplice rapporto con il "Tempo".
All'inizio del suo produrre artistico, un visionario zoo, non si sa se archeologico o futuribile, riempiva la sua fucina-studio in una vecchia casa di Soria, proprio li', a due passi dal mare: lunghissimi becchi, grandi ali serrate su corpi solidi, zampe e unghie come pugnali, pesci corazzati, occhi rapaci impreziositi da pietre colorate: in un gran silenzio sospeso e inquietante, aspettavano, per gridare, che si uscisse tutti dalla casa.
Poi la mutazione: nuovi amici e nuovi maestri indirizzano Gianni Gentiletti ad un'ulteriore e piu' spiccata astrazione.
La materia diventa protagonista cancellando la fantasia zoomorfa. Ma su Gentiletti continua a pesare quel suo "Tempo" sospeso e delirante fra passato e futuro: allora prova a scrivere su quella materia greve, elevata a rivelazione, messaggi misteriosi che, come elementi figurativi, formano lemmi, configurano alfabeti, tracciano idiomi.
Come la fiamma ossidrica di Gianni Gentiletti, visionario paleontologo, aveva plasmato occhi, becchi e unghie di creature immaginarie, ora cesella messaggi misteriosi, isolandoli nello sfumato della composizione materica, negli aloni contorti, nei contorcimenti e nelle spaccature. Viene da contarli tutti quegli strani, indecifrati, lucidi caratteri in rilievo, come se fosse un trattato di paleontografia; si e' tentati perfino, come ha fatto Franco Ampollini nelle poetiche didascalie di ogni foto, a dar loro reconditi significati.
Le immagini che Luciano Dolcini ha realizzato, conservato, sedimentato e sottoposto al setaccio del "Tempo", come in una lenta fermentazione naturale di un percorso-progetto d'autore, ci consegnano lo spaccato di vita di un artista nella sua quotidiana ricerca di espressivita'.
Con i suoi scatti misurati e sapienti, Luciano ci svela il retroscena di quel lavorare faticoso, affocato e sonoro sulla materia, quel cesellare minuto, rapido e folgorante, quella tensione per una gestazione fantastica che Gentiletti vive e compie con modestia, temerita' e rigore, spinto da un assunto nobile: quello di continuare a cercare il "Tempo" nel suo gesto creativo, quel "Tempo" che diventi un codice omogeneo alla struttura trionfante su una materia densa, grumosa, ma duttile e disponibile alle sue sollecitazioni tecniche e fantastiche.

Ivana Baldassarri      

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